Sole, cielo azzurro, primavera. Finalmente corro la Maratona di Roma così come dovrebbe essere. Le secchiate di acqua dell'anno scorso sono un lontano ricordo e le decine di migliaia di runners e accompagnatori si possono godere una di quelle domeniche di primavera che solo la Capitale sa regalare. Sono ormai alla quinta maratona, ma per la prima volta non ho fatto un allenamento specifico per presentarmi alla partenza nella migliore condizione possibile. Anzi, la gara stessa altro non è che uno dei lunghi previsti dalla mia tabella di avvicinamento al Passatore. Questo mi libera molto la mente e mi permette di affrontare la giornata senza stressarmi troppo sul risultato.
Arriviamo di buon mattino al Colosseo, la gente è già tanta in fila per entrare nelle griglie quindi anche io decido di avvicinarmi per avere il tempo di prepararmi con calma. Sono nella prima onda, quella blu a pochi passi dai top runners, quelli che si vedono poco prima del via e poi spariscono all'orizzonte. Il sole già scalda, in canotta e pantaloncini anche fermi in attesa non fa freddo e questo mi preoccupa un po' per il caldo che potremmo incontrare più avanti.
Pronti, via. Sulle note del Gladiatore si parte attorniati dagli applausi dei tifosi che, da tradizione, danno il massimo in questa occasione. Io riesco a trovare abbastnaza presto il passo e mi posiziono su un ritmo di 4'25"/Km decisamente veloce per le mie aspettative. Ma il fiato è spezzato, le gambe vanno quindi decido di provare a tenere il ritmo. Mi impongo di bere a tutti i ristori e sarà un impegno al quale terrò fede fino alla fine. Passa veloce San Paolo alla nostra sinistra e in men che non si dica siamo in zona Marconi. E' il 10° chilometro dove passo in 44'14" con uno split degli ultimi 5k di 22'03", addirittura più veloce dei primi 5 (22'11"). Il passo di 4'40" lo sto tenendo alla perfezione e decido di affidarmi alle mie sensazioni e non guardare più il crono fino alla mezza.
Il Lungotevere fila via in un attimo mentre l'emozione di correre lungo viale della Conciliazione col "Cuppolone" sullo sfondo resta intatta ogni volta che passo di qui. Siamo a Prati dove è posizionato il rilevamento dei 21,1k. Passo in 1h33'42" con un passo complessivo di 4'41" che risente solo in minima parte del lieve rallentamento avuto dopo il passaggio al 15k. Procediamo ora in direzione Foro Italico. Devo lottare con un leggero fastidio alla milza che non vuole passare, sono costretto a rallentare lievemente. Nel frattempo c'è un runner che passa me e il gruppetto di corridori a cui sono accodato a velocità doppia: è Re Giorgio Calcaterra, che è partito per ultimo risalendo tutta la corsa e che chiuderà in scioltezza a poco più di 2h20!
Sul Ponte Duca d'Aosta c'è il rilevamento del 30k dove arrivo a 2h14'12" (personal best ritoccato) con uno split negli ultimi 5k di 22'39", split pressochè identico a quello che farò segnare al 35k (22'38"). E' il segnale che mi sento ancora bene. Me ne accorgo anche dalle decine di runners che sorpasso sia sulla salita della Moschea che in seguito. Il Garmin mi dà un tempo stimato di arrivo sotto le 3h10!
Arriva però la parte più dura della gara: gli ultimi 7 chilometri sono corsi praticamente tutti sui sanpietrini e con una temperatura tardo primaverile che non aiuta il maratoneta alle prese con le ultime fatiche. In effetti vedo molti in difficoltà, un runner a bordo strada addirittura soccorso dall'ambulanza. Dopo Piazza Navona comincia ad essere dura: il passo rallenta e il tempo finale stimato si alza. Solita folla prima di entrare in Via del Corso. So esattamente dove sono posizionati il 38 e il 39 (ci passo più volte alla settimana in allenamento) e provo a stabilizzare il ritmo. Passo a Piazza di Spagna quando il cronometro ha superato da pochi secondi le 3 ore di gara. Ora devo dare tutto. Sotto il Traforo dò fondo alle mie ultime energie rinfrancato dalla discesa che mi aspetta verso l'arrivo. Qui mi affianca un compagno di squadra e un angelo custode in bicicletta ci porge l'acqua. Ne avevo proprio bisogno!! Siamo alla volata finale, provo a lanciare le ultime energie residue oltre l'ostacolo e chiudo in progressione in 3h10'54". Personal best migliorato di poco meno di 4 minuti!
E' il momento della medaglia, del telo termico (del tutto superfluo vista la temperatura), dello scarno ristoro finale e via di corsa a riabbracciare le mie tifose. Me ne torno verso a casa assolutamente soddisfatto del risultato e soprattutto di come ho chiuso fisicamente la gara, convinto di avere ancora margini di miglioramento. Del resto la buona gestione di gara è evidente anche dalle numerose posizioni che ho scalato durante la gara: ero 597° dopo la prima metà, chiudo al 403° posto assoluto su oltre 11mila arrivati. A distanza di 24 ore pochissimi DOMS e stanchezza smaltita in maniera rapida: è la prova provata che l'allenamento duro paga. Eccome se paga!
EQ Timing - I miei tempi ai rilevamenti ufficiali (Clicca per ingrandire) |
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