Come ultima gara della stagione agonistica mi riservo una chicca: il mio esordio assoluto su pista con l'obiettivo di ritoccare il mio personale più resistente, quello sui 5000 metri. L'ultima volta che avevo corso sulla distanza risaliva alla Race for the Cure di più di due anni fa, che avevo chiuso in 20 minuti spaccati, poi ho fatto registrare intermedi più bassi, tra i quali spicca il 19'13" del Tiburtino dell'anno scorso.
L'occasione però di migliorare il tempo con una gara certificata da giudici Fidal era troppo ghiotta, così come la quota di iscrizione imbattibile. E in una calda domenica pomeriggio di metà luglio eccomi pronto a prendere il via. La chiamata dei giudici e la disposizione ordinata lungo la linea di partenza rappresentano una novità per chi come me è abituato alla calca del via delle gare su strada. Provo a tenere l'obiettivo del passo di 3'40"/Km che mi sembra di riuscire a gestire piuttosto agevolmente.
Dopo i primi 4 giri nei quali si forma un gruppetto LBM, mi ritrovo da solo al secondo posto della serie. Mi mancano dei punti di riferimento e il primo è troppo lontano per farmi da lepre. Provo allora a mantenere un passo il più possibile costante, ma la fatica comincia a farsi sentire tanto è vero che nel finale cedo qualcosina e taglio il traguardo in terza posizione (Costantino mi brucia sul fotofinish) col tempo di 18'47"73, che vuol dire un passo di 3'46"/Km. Miglioro il mio personale e vado al di là delle proiezioni che il test di Albanesi sui 3000 mi dava. So di avere ancora margini di miglioramento, e magari una preparazione specifica sulle distanze più brevi mi darà modo la prossima stagione di ritoccare ulteriormente il tempo.
Con questa gara si chiude ufficialmente la stagione, che andrò a sviscerare come ogni anno nel post riassuntivo che verrà pubblicato nei prossimi giorni.
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