lunedì 27 maggio 2019

#Gara 9 - 100 Km. del Passatore


E alla fine anche quest'anno ce l'ho fatta e ho conquistato la medaglia del Passatore, la 100 km più bella del mondo! Sono molto contento della prestazione, nonostante ci abbia impiegato quasi 20 minuti in più dello scorso anno, e di come il mio fisico abbia risposto ad una sollecitazione di questo tipo. Sono contento che il meteo autunnale di questo maggio ci abbia dato tregua e mi abbia permesso di arrivare asciutto a Faenza. Sono contento di aver vissuto un'altra fantastica esperienza con i miei compagni di squadra, che è poi il motivo principale per il quale ho deciso di iscrivermi anche quest'anno.

Chi segue questo blog sa che i miei progetti per questa estate erano altri: avrei voluto tentare di affrontare i 200 chilometri della Nove Colli e avevo pianificato con questo obiettivo in testa tutta la preparazione invernale. E' andato tutto ok fino alla 24 ore di Torino dove ho capito che non ero pronto per una distanza simile si è accompagnata alla comparsa del dolore sotto il piede destro. Da un lato quindi avevo deciso di virare su la seconda partecipazione al Passatore, dall'altro però ho trascorso tre settimane senza praticamente allenarmi. Mi sono presentato quindi alla partenza di Firenze senza aver fatto neanche un lungo specifico nelle 5 settimane precedenti e con lavori di scarsa qualità nei quali la prima preoccupazione è sempre stata quella di non far affiorare nuovamente l'infiammazione al tendine peroneo.

Parto quindi con una buona condizione generale ma con tante incognite sul piano fisico. Il meteo di sabato pomeriggio è decisamente più adatto per correre rispetto a quello dello scorso anno con una temperatura ideale e nuvolette varie in cielo. Mi posiziono subito su di un passo intorno ai 6 al chilometro che permette di affrontare in relativa tranquillità la prima salita di Fiesole e la seconda della Vetta Croci dove arrivo col tempo di 1h40'43" (con un vantaggio di quasi 4 minuti e mezzo rispetto allo scorso anno). Qui comincia la parte splendida di discesa verso Borgo San Lorenzo, dove arrivo al km. 31.6 col tempo di 3h07'40" tre minuti e mezzo più veloce del 2018.

Le nubi in cielo si fanno sempre più scure pertanto decido di indossare una maglietta termica "internedia" di quelle della Kipsta a maniche corte. I primi chilometri sudo e non poco, poi mano a mano che si saliva mi accorgo di aver fatto la scelta giusta. La salita alla Colla va via tranquilla alternando corsa a camminata ed arrivo in vetta col tempo di 5h24'02", con un tempo in linea con quello dello scorso anno (2 minuti e mezzo in più).

Qui troviamo la situazione peggiore dal punto di vista dell'organizzazione: uno spazio minimo per i cambi, ancora più piccolo di quello dello scorso anno e molta confusione nella gestione delle borse.Fra una cosa e l'altra ripartiamo dopo ben 30 minuti! E' il momento dell'arrivo dell'oscurità (quest'anno ancora più nera, perchè con le nuvole e senza la luce della luna), della lampada frontale e del lungo tratto in discesa fino a Marradi. Le gambe vanno via abbastanza bene, scende qualche goccia di pioggia ma non da fastidio, tanto è vero che non ho mai indossato il k-way. Dopo qualche chilometro la bandelletta esterna del ginocchio destro comincia a farsi sentire. Il fastidio mi rende difficoltosa la corsa nei tratti dove la pendenza è più pronunciata e in generale mi fa rallentare in maniera evidente il ritmo. Arrivo a Marradi esattamente in linea con il tempo dello scorso anno (7h46') ma tanti dubbi in più circa la tenuta fisica.

Sono le 11 di sera ed inizia il momento più difficile della mia gara. Alterniamo corsa e camminata ma il ginocchio continua a darmi molto fastidio, tanto che quando arrivo a San Cassiano sento che sto per cedere, comunico ai miei compagni che continuerò solo camminando. In più come se non bastasse andando in bagno all'interno del bar mi sento anche mancare. Mi siedo su un divanetto e riprendo le forze, sono molto preoccupato sul prosieguo della corsa. Esco fuori e l'aria fresca mi fa bene, ricomincio con la corsa e sento il ginocchio stare meglio. Decido che il mio primo obiettivo ai ristori successivi saranno gli zuccheri.

E sarà così per tutti gli interminabili 25 chilometri finali dove alterniamo corsa e camminata a ritmi più lenti di quelli dello scorso anno. Ma ormai si pensa solo all'arrivo. E così arriviamo prima a Brisighella, poi a Errano. Ormai è fatta, ecco la rotonda e poi il lungo dritto fino al centro e l'ingresso in paese. Taglio il traguardo con il tempo reale di 12 ore 46 minuti e 19 secondi. In classifica sono 778° su 2670 arrivati e 97° di categoria su 233.

La prestazione in sè non è degna di nota (17 minuti più lento dello scorso anno) ma mi reputo comunque soddisfatto sia per la preparazione stentata che soprattutto per il dopo. Infatti domenica pomeriggio avvertivo ancora un evidente fastidio al lato esterno del ginocchio destro che però già lunedì mattina è completamente scomparso grazie anche all'antinfiammatorio preso prima di andare a letto (basta pensare che sono comunque riuscito ad andare al lavoro in bici). E sono contentissimo perchè non ho avuto più fastidio al piede destro, che era la cosa che più mi preoccupava.



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